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Jack Frusciante è uscito dal gruppo
Ah cari lettori quanto mi siete mancati e quanto mi è mancato scrivere sul blog… Ho un sacco di viaggi, libri e vita da raccontarvi, non che abbia fatto nulla di speciale, ma nemmeno nulla di noioso potete starne certi. Comunque tolta questa pallosa premessa, cercando di promettervi più costanza nel prossimo futuro ho deciso di dedicare il mio post di ritorno a “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”.
A vent’anni dalla sua uscita finalmente ho letto questo must della letteratura bolognese di cui avevo colpevolmente solo visto il film e così mi si è creato subito un grande amarcord sulla gita di terza media, su quella che era la mia Aidi, quella che mi faceva andare a scuola anche con la febbre e che mi faceva tremare solo stringendomi la mano. Chissà forse anche io come Brizzi dovrei cominciare a raccontarvi la mia storia da lì, piano piano per conoscerci meglio e non come ero partito a mille su questo blog. Ma in fondo anche a me come al personaggio del libro piace filare come il vento. Chissà forse è una caratteristica degli Alex di Bologna…
Saluto a Franca Rame
Oggi si è spenta Franca Rame, la salutiamo così con un estratto della sua lettera d’amore a Dario Fo, dove parla anche della sua idea della morte che aveva da piccola: Leggi il resto di questa voce
Il terremoto in Emilia
E’ già passato un anno: si sa il tempo vola… Sembrava ieri quando ero seduto sul divano e iniziai a sentire un rumore forte di sottofondo. Pensai che era il vento. Poi mi chiesi come era possibile però che facesse un rumore così forte e allora iniziò a tremare tutto, non solo il divano, ma la palazzina intera. Capii che era il terremoto, pensai di lanciarmi giù per le scale scalzo alla velocità della luce, ma poi ripensai che anche le scale sarebbero potute crollare. Non c’era nulla da fare. Rimasi immobile e pregai tutti gli dei che non succedesse nulla. Mi ascoltarono e la scossa finì. Chiamai le persone che amo di più e stavano tutti bene, alcuni non se ne erano nemmeno resi conto. Quella notte andai a dormire in macchina, pensando che sarebbe stato da stupidi morire in casa per un’altra scossa dopo aver sentito l’avvertimento di Madre Natura. Il giorno dopo però capii che bisognava ritornare in casa. Non c’era molto da fare, ci sono cose che non possiamo controllare e se doveva crollare la mia palazzina si vede che era destino. La mia palazzina non crollò, la paura però durò settimane e quella sorta di sismografo artigianale, costruito per capire se le scosse erano vere o frutto della nostra immaginazione, è ancora sullo scaffale. La cosa bella del terremoto è stato vedere la reazione della mia gente, come ha risposto l’Emilia. Nessuno si è arreso e tutti si sono rimboccati le maniche per ricostruire e ripartire a prescindere dalle decisioni di Roma. Il terremoto mi ha reso ancora più orgoglioso di essere emiliano, perché l’Emilia è lì, in alto a sinistra, l’Emilia è il cuore dell’Italia.

Emilia cuore dell’Italia
Buon 25 Aprile a tutti!
Oggi 25 Aprile si festeggia l’anniversario della liberazione d’Italia dall’occupazione nazista. Era il 1945, l’Italia era finalmente libera e la guerra era finita. La dittatura fascista era volta al termine e tutti potevano guardare alla vita con speranza nel nostro paese. E infatti l’Italia risorse, ci fu il boom economico, il made in italy esportato nel mondo e tornammo ad essere uno dei paesi più importanti al mondo. Il più bello in fondo lo siamo sempre stato. Ma oggi, 25 Aprile 2013 siamo veramente liberi? O siamo tornati ad essere sotto il dominio tedesco? Anziché occuparci coi carri armati ci tengono in scacco con le banche ed è evidente come l’Italia non sia totalmente libera di prendere decisioni politiche sul suo futuro, a prescindere dal fatto che non abbiamo ancora un governo o qualcosa che ci assomigli. Comunque oggi deve essere un giorno di festa per sempre. Non dobbiamo mai dimenticare quello che siamo stati, per non tornare a sbagliare come un tempo. Quindi non usate questa data per fini politici, ma solamente per ricordare quello che siamo stati e quello che hanno fatto i padri dei nostri padri per regalarci la libertà che oggi abbiamo.
La giornata del libro
Il 6 febbraio 1926 re Alfonso XIII promulgò un decreto con cui veniva istituita in tutta la Spagna la Giornata del libro spagnolo. La data prescelta fu il 7 ottobre, ma dal 1931 è stata spostata al 23 aprile, giorno in cui morirono tre maestri della scrittura mondiale come William Shakespeare, Miguel de Cervantes e il peruviano Inca Garcilaso de la Vega e inoltre si celebra anche la festa di San Giorgio, patrono della Catalogna. La tradizione vuole che nel giorno di San Giorgio ogni uomo doni una rosa alla sua donna. Così ancora oggi i librai della Catalogna usano regalare una rosa per ogni libro venduto il 23 aprile. E a Barcellona la tradizionale passeggiata per le Ramblas invase di banchetti pieni di libri e di rose è uno degli eventi più suggestivi dell’anno.
“Nessuno se ne va mai per sempre” dedicata a Piermario Morosini
Mi ricordo come se fosse stato ieri le immagini crude che mostravano Piermario Morosini crollare a terra allo stadio di Pescara e poi il suo corpo immobile, che non reagiva alle cure dei medici. E’ passato un anno da quel giorno e ancora stiamo aspettando il decreto per i defibrillatori in tutti i campi, ma siamo in Italia e conosciamo i tempi della burocrazia. Un anno dopo la tragedia il Pescara calcio ha intitolato il settore ospiti dello stadio Adriatico a Piermario Morosini, ma a colpirmi molto sono state le parole dei compagni di squadra del Livorno. “Il tuo sorriso è ancora dappertutto, la tua voglia di vivere nonostante tutto, i tuoi occhi sempre pieni di gioia non se ne andranno così senza che nulla resti. Tutti riviviamo nella mente di chi ci ha voluto bene. Nessuno se ne va mai per sempre”.
La lettera dei compagni del Livorno:
http://video.gelocal.it/iltirreno/locale/ciao-moro-ci-hai-insegnato-a-vivere/12291/12595
Amarcord papale?
“Mi ricordo che una volta si eleggeva un Papa solo dopo la morte del predecessore. Poi ci fu Benedetto XVI che fu il primo a lasciare il papato e da allora fecero tutti così”. Chissà forse un giorno anche questo sarà un amarcord.
L’Amarcord
La parola Amarcord è entrata nel vocabolario italiano grazie al film del 1973 di Fellini. Viene però dal dialetto romagnolo “a m’arcord”, ossia “io mi ricordo” ed è oggi usata con il significato di rievocazione in chiave nostalgica. In questa rubrica si parlerà così del passato e di tutte quelle cose che ci mancano e di cui ci ricordiamo con nostalgia.