Cent’anni di solitudine
“In quella Macondo dimenticata perfino dagli uccelli, dove la polvere e il caldo si erano fatti cosí tenaci che si faceva fatica a respirare, reclusi dalla solitudine e dall’amore e dalla solitudine dell’amore in una casa dove era quasi impossibile dormire per il baccano delle formiche rosse, Aureliano e Amaranta Ursula erano gli unici esseri felici, e i più felici sulla terra”.
“Aveva dovuto promuovere trentadue guerre, e aveva dovuto violare tutti i suoi patti con la morte e rivoltarsi come un maiale nel letamaio della gloria, per scoprire con quasi quarant’anni di ritardo i privilegi della semplicità”.
“Cosa vuole – mormorò – il tempo passa”. “Così è – disse Ursula – ma non tanto”. Dicendolo, si rese conto che stava dando la stessa risposta avuta dal colonnello Aureliano Buendia nella sua cella di condannato, e ancora una volta rabbrividì constatando che il tempo non passava, come lei aveva appena finito di ammettere, ma che continuava a girare in giro”.
Cent’anni di solitudine è la storia del paese di Macondo, un piccolo pueblo sudamericano fondato dalla famiglia Buendia, che è la protagonista assoluta del romanzo. Il romanzo è una vera e propria opera d’arte di Marquez, che mostra tutto il suo talento in questo scritto, riuscendo a creare un universo reale, ma magico allo stesso tempo. Nel libro si intrecciano continuamente personaggi e vicende e niente è lasciato al caso. Il lettore si affeziona a personaggi che però sono sempre destinati a consumarsi contro un destino avverso e a terminare soli i loro giorni.
Voto: 8
Giudizio personale: Il libro è scritto in modo magistrale e nessuno può dire che è un brutto romanzo, tuttavia non mi ha appassionato da non poter farne a meno. La scelta poi di chiamare tutti i protagonisti Aureliano ed Arcadio non agevola sicuramente il compito al lettore, rendendo la lettura meno scorrevole. Marquez comunque riesce a farci vivere l’atmosfera di Macondo e a farci sentire i patimenti dei personaggi dalla prima all’ultima pagina.
“Erano le ultime cose che rimanevano di un passato il cui annichilamento non si consumava, perché continuava ad annichilirsi indefinitamente, consumandosi dentro se stesso, terminandosi in ogni minuto ma senza terminare di terminarsi mai”
Pubblicato il agosto 28, 2013 su Libri. Aggiungi ai preferiti il collegamento . 3 commenti.
Devo avere il coraggio di leggerlo.
So che è una lettura molto impegnativa.
Luna
Anche io ci ho messo molto per convincermi a leggerlo, ma dopo le prime pagine è tutto in discesa…
Allora mi butto!
Piuttosto, ti aspetto nel mio ultimo post….
Baci e a presto!
Luna