“Yellow Birds” di Kevin Powers
«La guerra provò a ucciderci in primavera. Quando l’erba tingeva di verde le pianure del Ninawa e il clima si faceva piú caldo, pattugliavamo le colline basse dietro città e cittadine. Superavamo le alture e ci spostavamo nell’erba alta mossi dalla fede, aprendoci sentieri con le mani come pionieri, tra la vegetazione spazzata dal vento. Mentre dormivamo, la guerra sfregava a terra le sue mille costole in preghiera. Quando arrancavamo, sfiniti, i suoi occhi erano bianchi e spalancati nel buio. Se noi mangiavamo, la guerra digiunava, nutrita dalle sue stesse privazioni. Faceva l’amore e procreava e si propagava col fuoco. Poi, in estate, la guerra provò a ucciderci mentre il calore prosciugava dei colori le pianure».
Il New York Times ha messo “Yellow Birds” nella lista dei dieci libri da leggere del 2012, inoltre Powers, veterano della guerra in Iraq, è ora candidato alla vittoria del premio Pulitzer. Il libro parla proprio della guerra in Iraq, ma lo fa con un tono incredibilmente poetico, come avrete potuto notare dall’estratto che abbiamo pubblicato sopra. L’umanità può sopravvivere alla guerra? E dopo la guerra, quando togli l’uniforme, che cosa resta?
Pubblicato il aprile 12, 2013 su Libri. Aggiungi ai preferiti il collegamento . 1 Commento.
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